Avvincente opera prima dell'avvocato Tommaso Di Nella, un thriller denso di tensione, dalle atmosfere torbide e cupe. Il protagonista è Achille Roschi, un avvocato penalista che vive ed esercita la sua professione in un piccolo paese dell'Abruzzo. Le sue giornate trascorrono abbastanza serenamente, tra casi apparentemente banali di separazioni, divorzi e liti coniugali, con l'inevitabile corollario di procedimenti penali per maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare. Una vita professionale contraddistinta per lo più dal contatto ravvicinato con la parte moralmente e umanamente più degradata della nostra società, che però non provoca alcuna perturbazione nell'esistenza privata e professionale del giovane legale, il quale trova anche il tempo per coltivare placidamente i suoi interessi, in particolare la letteratura e l'arte.
Tutto procede regolarmente e con monotonia, secondo una visione del mondo profondamente intrisa di scetticismo e di malinconia, fino a quando la vita dell'avvocato Roschi non viene messa a soqquadro da una denuncia per violenza sessuale che lui non ha commesso. Da questo momento in poi la sua esistenza va a rotoli: perde tutti i clienti, la moglie lo abbandona, i colleghi avvocati, lungi dal manifestargli solidarietà, si aggiungono al coro denigratorio e uno di loro, animato da rancore e da invidia personale, arriva addirittura a mettere il naso nel suo fascicolo giudiziario per divulgare alla stampa i particolari più scottanti della sua vicenda processuale. Quando finalmente l'avvocato Roschi sembra essere riuscito a raddrizzare la situazione, un'altra tegola si abbatte sul suo capo: l'incontro con una misteriosa signora mora con i capelli a caschetto, che imprimerà una svolta drammatica alla narrazione.
Uno dei lati pregevoli del romanzo è la suddivisione in due parti ben distinte: la prima, incentrata sullo svolgimento dell'attività forense, è contrassegnata, oltre che da una notevole quantità di riferimenti di tipo giuridico, dall'ordinata razionalità tipica delle procedure legali e dello Stato di diritto, mentre la seconda parte, con il suo crescendo di tensione drammatica e di violenza primordiale, sembra rappresentare l'esatto contraltare della prima, un mondo nel quale ogni appiglio formale scompare e l'individuo può fare affidamento solo sulle sue risorse primigenie per poter sopravvivere.
La contrapposizione tra queste due parti rappresenta indubbiamente uno dei motivi di maggiore interesse della vicenda narrata, e nonostante alcuni eccessi di truculenza nella parte finale, rimane impresso nel lettore proprio il vivido contrasto tra un mondo di stampo illuminista, dove la razionalità sembra essere in grado di far fronte ad ogni problema, e un mondo nel quale all'improvviso tutte le protezioni e le tutele della società civile vengono dissolte, lasciando il protagonista nudo di fronte al male, ma allo stesso tempo offrendogli la possibilità di chiarire definitivamente gli episodi dubbi e controversi di cui è cosparsa la sua esistenza.
Un romanzo che non solo intrattiene e diverte, ma aiuta anche a riflettere sulle contraddizioni dell'attività forense, che nella nostra società rappresenta il baluardo della difesa delle libertà individuali. Nonostante la relativa brevità dell'opera, 176 pagine, l'opera prima di Tommaso di Nella riesce a mettere a fuoco in maniera egregia alcuni dei nodi cruciali che caratterizzano il rapporto tra difesa legale, giustizia e libertà civili.
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