domenica 8 maggio 2022

Difesa colpevole - Tommaso Di Nella

 

Avvincente opera prima dell'avvocato Tommaso Di Nella, un thriller denso di tensione, dalle atmosfere torbide e cupe. Il protagonista è Achille Roschi, un avvocato penalista che vive ed esercita la sua professione in  un piccolo paese dell'Abruzzo. Le sue giornate trascorrono abbastanza serenamente, tra casi apparentemente banali di separazioni, divorzi e liti coniugali, con l'inevitabile corollario di procedimenti penali per maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare. Una vita professionale contraddistinta per lo più dal contatto ravvicinato con la parte moralmente e umanamente più degradata della nostra società, che però non provoca alcuna perturbazione nell'esistenza privata e professionale del giovane legale, il quale trova anche il tempo per coltivare placidamente i suoi interessi, in particolare la letteratura e l'arte.

Tutto procede regolarmente e con monotonia, secondo una visione del mondo profondamente intrisa di scetticismo e di malinconia, fino a quando la vita dell'avvocato Roschi non viene messa a soqquadro da una denuncia per violenza sessuale che lui non ha commesso. Da questo momento in poi la sua esistenza va a rotoli: perde tutti i clienti, la moglie lo abbandona, i colleghi avvocati, lungi dal manifestargli solidarietà, si aggiungono al coro denigratorio e uno di loro, animato da rancore e da invidia personale, arriva addirittura a mettere il naso nel suo fascicolo giudiziario per divulgare alla stampa i particolari più scottanti della sua vicenda processuale. Quando finalmente  l'avvocato Roschi sembra essere riuscito a raddrizzare la situazione, un'altra tegola si abbatte sul suo capo: l'incontro con una misteriosa signora mora con i capelli a caschetto, che imprimerà una svolta drammatica alla narrazione.

Uno dei lati pregevoli del romanzo è la suddivisione in due parti ben distinte: la prima, incentrata sullo svolgimento dell'attività forense, è contrassegnata, oltre che da una notevole quantità di riferimenti di tipo giuridico, dall'ordinata razionalità tipica delle procedure legali e dello Stato di diritto, mentre la seconda parte, con il suo crescendo di tensione drammatica e di violenza primordiale, sembra rappresentare l'esatto contraltare della prima, un mondo nel quale ogni appiglio formale scompare e l'individuo può fare affidamento solo sulle sue risorse primigenie per poter sopravvivere.

La contrapposizione tra queste due parti rappresenta indubbiamente uno dei motivi di maggiore interesse della vicenda narrata, e nonostante alcuni eccessi di truculenza nella parte finale, rimane impresso nel lettore proprio il vivido contrasto tra un mondo di stampo illuminista, dove la razionalità sembra essere in grado di far fronte ad ogni problema, e un mondo nel quale all'improvviso tutte le protezioni e le tutele della società civile vengono dissolte, lasciando il protagonista nudo di fronte al male, ma allo stesso tempo offrendogli la possibilità di chiarire definitivamente gli episodi dubbi e controversi di cui è cosparsa la sua esistenza.

Un romanzo che non solo intrattiene e diverte, ma aiuta anche a riflettere sulle contraddizioni dell'attività forense, che nella nostra società rappresenta il baluardo della difesa delle libertà individuali. Nonostante la relativa brevità dell'opera, 176 pagine, l'opera prima di Tommaso di Nella riesce a mettere a fuoco in maniera egregia alcuni dei nodi cruciali che caratterizzano il rapporto tra difesa legale, giustizia e libertà civili.

giovedì 17 marzo 2022

Delitto al pepe rosa - Brigitte Glaser

 

Per la cuoca Katharina Schweitzer l'assunzione al ristorante il Bue d'Oro di Colonia rappresenta l'occasione che aveva sempre sognato, il coronamento di una vita professionale scandita dai sapori e dagli odori della haut cuisine. Il tempio sacro ha il suo sacerdote in Hugo Spielmann, uno dei migliori cuochi in circolazione, che ha saputo trasformare la patata da umile tubero e modesto ortaggio in una deliziosa pietanza per palati raffinati e piatti costosissimi.

Dopo aver firmato il contratto di lavoro, la vita della protagonista sembra entrare in un sogno ad occhi aperti. La sua esistenza è scandita dai ritmi e dalla compagnia dell'operosa brigata che lavora al servizio di Spielmann, la laboriosità del nuovo ambiente di lavoro le consente persino di dimenticare le delusioni amorose. Ben presto però l'industriosa serenità della cucina del Bue d'Oro viene turbata da un delitto, che si consuma proprio a uno dei tavoli del ristorante, sotto gli sguardi ignari dei clienti e i movimenti indaffarati del personale.

La situazione bruscamente precipita. All'interno dell'equipaggio che accompagna il celebre cuoco si aprono le prime crepe: esplodono i rancori a lungo sopiti, emergono gli asti e le rivalità, i dissidi rimasti per molto tempo latenti si palesano in tutta la loro ruvidità. Investita dal crescente clima di tensione e angosciata dallo spettro della morte che aleggia sopra quello che credeva il suo paradiso professionale, Katharina Schweitzer decide di intraprendere delle indagini per conto proprio, coadiuvata dall'amica ostetrica e sua padrona di casa, Adele Mohlein, una baby pensionata che ha fatto venire al mondo esattamente 6.470 bambini e che grazie al suo passato lavorativo dispone di innumerevoli conoscenze, tanto che sembra aver aiutato a partorire tutte le madri di Colonia, compresa quindi la moglie del defunto.

Assieme all'amica, Katharina si getta a capofitto nell'indagine, senza risparmiarsi in nulla, arrivando persino a intrecciare una relazione amorosa con il suo datore di lavoro, dal quale riceverà una proposta di matrimonio da celebrare nel maestoso duomo di Colonia.

Naturalmente, oltre all'indagine ufficiosa condotta da Katharina Schweitzer, si svolge anche l'indagine ufficiale da parte della polizia di Colonia: sulla squadra del Bue d'Oro poggerà il suo sguardo inquisitorio l'ispettore Fischer, che  nella sua veste di pubblico ufficiale dedicherà una particolare attenzione proprio a Katharina, la quale si troverà così nel doppio ruolo di investigatrice e sospettata.

"Delitto al pepe rosa" è un romanzo dalle atmosfere appetitose, che invoglia alla convivialità e ai piaceri della gastronomia. Dentro le sue pagine si respira il clima che regna attorno a una buona tavola apparecchiata, ma forse proprio per questo finisce per avere uno stile un po' troppo convenzionale e raramente riesce a mantenere le aspettative che accompagnano la narrativa del genere thriller. Il senso del tragicomico che la protagonista sfoggia come tratto distintivo della propria personalità mal si concilia con la tensione e la suspense tipici del noir. L'individualità dei personaggi sembra sempre sul punto di perdersi in mezzo alla girandola di osservazioni e avvenimenti di cui Katharina Schweitzer è osservatrice e ricettacolo. Merita comunque di essere letto, se non altro per il vorticoso fluire di ricettari e nomi di piatti dalla grande originalità, che fanno venire la voglia di sperimentare un tipo di cucina diverso da quello a cui la stragrande maggioranza di noi è abituato.

domenica 13 febbraio 2022

Giuseppe Vanni - Transumanesimo

Trasumanar significar per verba non si poria scrive Dante nel Canto I del Paradiso. Nel linguaggio dantesco il trasumanar rappresenta l'aspirazione a superare i limiti fisici della natura umana per ascendere a una condizione di superiore spiritualità. Per Giuseppe Vanni invece, qui alla sua terza raccolta di poesie, il trasumanare è la trappola nella quale cade l'uomo contemporaneo quando tenta disperatamente di trovare un significato più profondo alla propria esistenza.   

L'uomo ormai non si trova più al centro dell'universo, come indicava l'umanesimo quattrocentesco, ma in mezzo a una landa desolata, inaridita dallo strapotere dei mercati finanziari e degli strumenti di comunicazione tecnologica, nella quale ogni tentativo di redenzione è destinato miseramente a fallire. In questo gigantesco meccanismo, dove le relazioni sociali non generano più alcuno slancio innovatore, il potere della Ragione fatalmente regredisce e conduce alla perdita dell'idea di felicità.

La raccolta Transumanesimo, edita da FaraEditore, è costituita da un prologo iniziale e da quattro sezioni: Crepuscolo (2008 - 2019), Zeitgeist - Secolo XXI, a sua volta suddiviso nelle raccolte Declino e Calpestare, e infine Il mondo nuovo (2020 - ?). Il prologo, la poesia Genome Editing, mette subito il lettore  di fronte al tema principale dell'opera: l'illusione della palingenesi, prodotto della scienza moderna, ha reso l'umanità incapace di immaginare un futuro, fondando il suo essere su un eterno presente nel quale si logora incessantemente ogni illusione (in questo tempo /frantumato /in logori conflitti /senza fine)

Schiava ormai di una mutazione perpetua che produce solo il simulacro del cambiamento, spegnendo in partenza ogni speranza di un reale progresso, e intrappolata all'interno di una logica ossessivamente operativa e procedurale, l'umanità ha smarrito qualsiasi idea dell'esistenza di Dio, cioè di una dimensione metafisica che possa svelarle il senso del proprio destino. 

Ogni tentativo di trascendenza è destinato a logorarsi in un'eterna spirale di emozioni sterili e di solitudine, come recita la lirica Particelle, ispirata al romanzo Le particelle elementari, di Michel Houellebecq (Sfiniti scrutiamo il destino / degli anni millenari / solitarie particelle / degradate / ad entità elementari). Ma esiste una speranza di sottrarsi a un meccanismo tanto pervasivo e totalizzante? Se ne trova qualche traccia, anche se solo in forma ipotetica, nell'ultima parte della raccolta, Il mondo nuovo, nella lirica Anarchia: E' tempo di riprendere il cammino / di recuperare tra le macerie / i frammenti di un nuovo destino: / mai più dell'ideologia unica / l'apologia, ma del pensiero divergente / l'epifania. Tuttavia si tratta solo di un fioco barlume, di una debole fiammella che vacilla nell'oscurità e che non lascia spazio a slanci più ampi e duraturi.

La prima parte, Crepuscolo, è contraddistinta dalla polemiche di taglio sovranista nei confronti dell'Unione Europea e dell'Euro. I temi sono quelli che hanno segnato la discussione nei confronti della moneta unica: lo strapotere delle istituzioni finanziarie ( Riflusso); la mancanza di valori e ideali che ci proiettino nel futuro (Apostasia); la maniacale attenzione agli equilibri di bilancio (Compiti per casa); la precarietà lavorativa e salariale introdotta dalle politiche neo-liberiste legate alla moneta unica (Paraschiavismo); le sempre più crescenti diseguaglianze economiche e sociali (Inversione); il problema dei migranti e dei flussi migratori (Frontiera); infine, l'isolamento generato dal nuovo conformismo sociale in Monade, che in Psicopatologia sfocia nel disagio psichico individuale.

La seconda sezione è intitolata Zeitgeist (letteralmente, spirito del tempo) ed è divisa a sua volta in due parti: Declino e Calpestare. Declino si compone di nove liriche e Calpestare di otto, nelle quali riemergono le tematiche già affrontate in precedenza e che rimangono di grande attualità: in Eterogenesi, ad esempio, riappare l'impressione di essere schiacciati dall'onnipresenza della dimensione tecnologica e finanziaria (Nel buio / ci dibattiamo / lottando contro / il baratro: futuro / senza lavoro / e senza maggese / l'aratro: dov'è / dov'è il robot / il droide / umanizzato.)

In questo deserto emergono, quasi come convulsioni febbrili, delle fugaci speranze suscitate da ciò che rimane della politica (Sale allora dall'aula / sorda e grigia / il reddito di cittadinanza / rinnovata utopia / dell'uguaglianza, Sfregio), ma presto inghiottite dall'avanzata inesorabile del dogma tecnologico ( L'automazione / idolo/ dell'autismo / digitale, Limbo). Eppure il nichilismo del turbo-capitale sembra non riuscire a soffocare ogni traccia di disperata vitalità, unica sembianza di vita ancora presente, come in Soma (Eppure si strugge / per depressione / e ci si sbatte / per disperazione) o in Scintilla (Ma siamo qui e ora / al rintocco / sequenziale / della nuova/ ucronia) o ancora in Germoglio (E' vero il germoglio / che ancora vedi / affiorare / dalla fertile terra / che ti affanni / ad innaffiare?). Si tratta però solo di mendaci illusioni, che vengono presto risucchiate nell'appiattimento generale (Non c'è risposta: / ci sbattiamo  / e ci bruciamo/ camminando / a ritroso / nell'innocenza / perduta /del nostro / umanesimo, Regressione). E allora, in Istrionismi, si affacciano alla mente gli incubi prodotti dall'inesorabile stasi del vorticoso fluire che ci circonda (frantumati come / particelle elementari / alla ricerca dei nostri abbecedari), gli stessi che appaiono in Geist (I baratri del tempo / che si spalanca/ sulle notti insonni / sugli incubi repressi / sul deserto di parole).

La sezione conclusiva, Il mondo nuovo (2020 - ?) con il punto interrogativo che sembra lasciare aperta la possibilità di ulteriori sviluppi, affronta i temi legati alla pandemia e all'emergenza sanitaria, che paiono aver portato a compimento e a definitiva realizzazione le premesse degli anni precedenti. In Posologia la disillusione appare in tutta la sua completezza (La posologia / che ti inchioda / all'eterno presente / della pandemia / prevede la dose / consueta di terrore / veicolata dal media / affamato dall'orrore); in Quarantena esplode tutta l'angoscia per la situazione sanitaria nella quale siamo caduti (Eccolo il futuro transumano / il cuore alla catena / e la vita in quarantena), mentre in Scheggia emerge di nuovo il flusso incessante che ci lascia attoniti e disorientati (E' un fruscio questo viaggiare / un attimo infinito / mille volte rivissuto: / tutto è vento senza posa, / senza bussola un vivere ) e Uomini e cani dipinge a tinte fosche la nuova condizione umana ( E' ora che della pandemia / il ghigno feroce / ti frantuma l'amnistia / la ritrovi l'angoscia / che ti teneva compagnia/ ).

Solo l'epilogo finale, con la lirica Trasfigurazione, lascia una traccia di ottimismo ( rivivrò l'origine / e sarò di nuovo in me / e fuori di me, umano / non più transumano ). Riemerge allora la speranza di recuperare l'innocenza delle origini, l'umanesimo che ci condurrà finalmente alla libertà.